In morte di Irene di Spilimbergo non una ma due rime del giovane Torquato Tasso accompagnate da una dedica al signor Giorgio Gradenigo (Gradenico/Gradinico).
Queste rime fanno parte della stracitata raccolta di Dionigi Atanagi *Rime di diversi nobilissimi et eccellentissimi autori in morte della signora Irene delle signore di Spilimbergo, monumentale volume alla memoria di Irene contenente ben 279 poesie in italiano e 129 in latino, la maggior parte opera di versificatori dilettanti della buona società, ma anche di figure importanti come Ludovico Dolce, Girolamo Muzio, Luigi Tansillo, Bernardo e Torquato Tasso, Benedetto Varchi, e di Tiziano Vecellio, il fior fiore della cultura italiana del tempo. Le impaginazioni delle rime sono opera mia.
Il valore letterario dell'opera è assai scarso, gli autori, nella maggior parte, non avevano mai sentito parlare di Irene, per cui hanno fatto ricorso al reportorio petrarchesco più stantio, utilizzato stereotipi, cercato parole che in rima con Irene...
Perchè l'han fatto ? Perchè, se Dionigi era l'editore della raccolta, Giorgio Gradenigo ne era il committente, che aveva assunto Dionigi perchè sollecitasse i contributi da parte degli autori, i quali d'altra parte erano accorsi in massa perchè la famiglia Gradenigo era iscritta nel libro d'oro del patriziato veneto, come pure quella di Irene, ad es. alcuni anni dopo il nonno Da Ponte divenne Doge di Venezia, come Gradenigo fu per lunghi anni il Podestà di Cividale del Friuli.
Altri sono le fonti documentali che ci consentono di tratteggiare a grandi linee l'ambiente culturale veneziano o veneto-friulano in cui Irene è nata e cresciuta.
Fosse o non fosse fidanzato con Irene, Giorgio Gradenigo era un amico di famiglia, intratteneva rapporti epistolari con la madre di lei Giulia da Ponte, con la quale scambiava libri per le figlie e pareri su Plutarco. Giulia era una donna colta che scriveva rime petrarchesche, cosa che per le donne colte dell'epoca costituiva un mezzo per uscire dall'anonimato femminile. Persona di cultura era pure il padre.
Sappiamo da varie fonti che Adriano da Spilimbergo possedeva una biblioteca importante in cui trovava posto una sezione di musicologia, ben 55 libri di musica; ne ha scritto Ivano Cavallini in "Irene di Spilimbergo:Storia di una biblioteca di famiglia e un caso dubbio di persistenza del repertorio frottolistico", in cui l'autore riscostruisce gli interessi musicali di Irene sulla base degli inventari delle biblioteche del padre Adriano e del nonno materno Gian Paolo da Ponte, perchè alcune "stampe di Petrucci", ovvero spartiti musicali a stampa, i primi e quindi assai preziosi, farebbero pensare ad un suo tardivo gusto per il "tromboncino frottolistico": "einer Biographie, die die ungewöhnlich späte Vorliebe von Irene für den Frottolisten Tromboncino dokumentiert (Irene da Spilimbergo: Storia di una biblioteca di famiglia e un caso dubbio di persistenza del repertorio frottolistico)", da Philomusica Online.
Sappiamo inoltre che Tiziano (Vecellio) era un amico di famiglia dei da Ponte, logico arguire che la giovane Irene cresciuta in un ambiente così stimolante, dopo essersi istruita in varie materie, ricamo, musica, disegno, una volta conosciuto Tiziano sia rimasta folgorata dalla possibilità, superiore alla composizione di rime petrarchesche, che le si offriva per emergere come donna.
Certamente essere pittrice era più affascinante di un'attività praticamente salottiera di scrittura rime di scarsissimo valore letterario. Morta per amore della pittura?
Ne dubito, visto che alcune fonti parlano di febbre tifoidea: per quanto mi risulta Venezia era una fogna a cielo aperto. Mi viene in mente però la possibilità della polmonite, visto che da Il dominio veneziano nel Polesine in Età Moderna (1519-1797) apprendo che l'inverno del 1561 è stato durissimo, a tal punto che si vedevano i lupi circolare nelle campagne, con la laguna veneta che gelava.
*Dionigi Atanagi (1504 ca. - 1573 ca.). Originario di Cagli, nelle Marche, nel 1532 si stabilisce a Roma. Qualche anno più tardi lo incontriamo a Venezia in qualità di poeta, letterato ed editore. L sua edizione di liriche: "De le rime di diversi nobili pòeti toscani" fu pubblicata a Venezia nel 1565.
Irene di Spimbergo
Queste rime fanno parte della stracitata raccolta di Dionigi Atanagi *Rime di diversi nobilissimi et eccellentissimi autori in morte della signora Irene delle signore di Spilimbergo, monumentale volume alla memoria di Irene contenente ben 279 poesie in italiano e 129 in latino, la maggior parte opera di versificatori dilettanti della buona società, ma anche di figure importanti come Ludovico Dolce, Girolamo Muzio, Luigi Tansillo, Bernardo e Torquato Tasso, Benedetto Varchi, e di Tiziano Vecellio, il fior fiore della cultura italiana del tempo. Le impaginazioni delle rime sono opera mia.
Il valore letterario dell'opera è assai scarso, gli autori, nella maggior parte, non avevano mai sentito parlare di Irene, per cui hanno fatto ricorso al reportorio petrarchesco più stantio, utilizzato stereotipi, cercato parole che in rima con Irene...
Perchè l'han fatto ? Perchè, se Dionigi era l'editore della raccolta, Giorgio Gradenigo ne era il committente, che aveva assunto Dionigi perchè sollecitasse i contributi da parte degli autori, i quali d'altra parte erano accorsi in massa perchè la famiglia Gradenigo era iscritta nel libro d'oro del patriziato veneto, come pure quella di Irene, ad es. alcuni anni dopo il nonno Da Ponte divenne Doge di Venezia, come Gradenigo fu per lunghi anni il Podestà di Cividale del Friuli.
Altri sono le fonti documentali che ci consentono di tratteggiare a grandi linee l'ambiente culturale veneziano o veneto-friulano in cui Irene è nata e cresciuta.
Fosse o non fosse fidanzato con Irene, Giorgio Gradenigo era un amico di famiglia, intratteneva rapporti epistolari con la madre di lei Giulia da Ponte, con la quale scambiava libri per le figlie e pareri su Plutarco. Giulia era una donna colta che scriveva rime petrarchesche, cosa che per le donne colte dell'epoca costituiva un mezzo per uscire dall'anonimato femminile. Persona di cultura era pure il padre.
Sappiamo da varie fonti che Adriano da Spilimbergo possedeva una biblioteca importante in cui trovava posto una sezione di musicologia, ben 55 libri di musica; ne ha scritto Ivano Cavallini in "Irene di Spilimbergo:Storia di una biblioteca di famiglia e un caso dubbio di persistenza del repertorio frottolistico", in cui l'autore riscostruisce gli interessi musicali di Irene sulla base degli inventari delle biblioteche del padre Adriano e del nonno materno Gian Paolo da Ponte, perchè alcune "stampe di Petrucci", ovvero spartiti musicali a stampa, i primi e quindi assai preziosi, farebbero pensare ad un suo tardivo gusto per il "tromboncino frottolistico": "einer Biographie, die die ungewöhnlich späte Vorliebe von Irene für den Frottolisten Tromboncino dokumentiert (Irene da Spilimbergo: Storia di una biblioteca di famiglia e un caso dubbio di persistenza del repertorio frottolistico)", da Philomusica Online.
Sappiamo inoltre che Tiziano (Vecellio) era un amico di famiglia dei da Ponte, logico arguire che la giovane Irene cresciuta in un ambiente così stimolante, dopo essersi istruita in varie materie, ricamo, musica, disegno, una volta conosciuto Tiziano sia rimasta folgorata dalla possibilità, superiore alla composizione di rime petrarchesche, che le si offriva per emergere come donna.
Certamente essere pittrice era più affascinante di un'attività praticamente salottiera di scrittura rime di scarsissimo valore letterario. Morta per amore della pittura?
Ne dubito, visto che alcune fonti parlano di febbre tifoidea: per quanto mi risulta Venezia era una fogna a cielo aperto. Mi viene in mente però la possibilità della polmonite, visto che da Il dominio veneziano nel Polesine in Età Moderna (1519-1797) apprendo che l'inverno del 1561 è stato durissimo, a tal punto che si vedevano i lupi circolare nelle campagne, con la laguna veneta che gelava.
*Dionigi Atanagi (1504 ca. - 1573 ca.). Originario di Cagli, nelle Marche, nel 1532 si stabilisce a Roma. Qualche anno più tardi lo incontriamo a Venezia in qualità di poeta, letterato ed editore. L sua edizione di liriche: "De le rime di diversi nobili pòeti toscani" fu pubblicata a Venezia nel 1565.
Irene di Spimbergo
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