Francesco Priscianese indirizza a Luigi Del Riccio e a Lodovico Becci una lettera nella quale racconta una cena in compagnia di Tiziano, dell'Aretino e di Iacopo Sansovino . La lettera è stata poi pubblicata in appendice al suo De primi Principii della Lingua Romana, Venezia, Bartolomeo Zanetti, 1540).
Io fui invitato il giorno delle calende d' agosto a celebrare quella maniera di baccanali, la quale non saprei dire perchè, si chiama ferrare agosto, ancorchè quivi la sera molto se ne disputasse in un dilettevole giardino di messer Tiziano Vecellio dipintore, come ognun sa eccellentissimo, e persona veramente atta a condire con le sue piacevolezze ogni onorevole convito.
Quivi avanti che si mettessero le tavole, perchè il sole, benchè il luogo fosse ombroso, faceva ancora sentir molto delle forze sue, s' andò passando il tempo con la contemplazione delle vive immagini delle eccellentissime pitture, delle quali era piena la casa, e col parlare della vera bellezza e vaghezza del giardino, con singolar piacere e meraviglia d' ognuno, il qual è posto nell' estrema parte di Venezia sopra il mare, la onda si risguarda la vaga isoletta di Murano ed altri luoghi bellissimi. La qual parte del mare, tosto che il sole fu andato sotto, fu ripiena di mille gondolette, ornate di bellissime donne, e risuonanti di diverse armonie e musiche di voci e d'istromenti che insino alla mezza notte accompagnarono la nostra lieta cena.
Per saperne di più:
Della lingua latina libri sei di Francesco Priscianese (Reader)
in alternativa un'altra edizione del Priscianese
Le storie della citta di Firenze di Jacopo Nardi
Io fui invitato il giorno delle calende d' agosto a celebrare quella maniera di baccanali, la quale non saprei dire perchè, si chiama ferrare agosto, ancorchè quivi la sera molto se ne disputasse in un dilettevole giardino di messer Tiziano Vecellio dipintore, come ognun sa eccellentissimo, e persona veramente atta a condire con le sue piacevolezze ogni onorevole convito.
In un dilettevole giardino di messer Tiziano
Venezia 1550. Al molto Reverendo M.Lodovico Becci
Erano convenuti col detto M. Tiziano, perchè ogni simile il suo simile appetisce, alcuni de' più pellegrini ingegni, che oggi si trovino in questa città, e de' nostri principalmente M. Pietro Aretino, nuòvo miracolo di natura, ed appresso il grande imitatore di quella con l' arte dello scarpello,come col pennello il M. del convito, messer Jacopo Tatti, detto il Sansovino, e M. Jacopo Nardi, ed io, sicchè fui quarto fra cotanto senno.
Priscianese di Giovanni Britto ca. 1540 |
Tiziano Autoritratto 1550 - 1562 |
Quivi avanti che si mettessero le tavole, perchè il sole, benchè il luogo fosse ombroso, faceva ancora sentir molto delle forze sue, s' andò passando il tempo con la contemplazione delle vive immagini delle eccellentissime pitture, delle quali era piena la casa, e col parlare della vera bellezza e vaghezza del giardino, con singolar piacere e meraviglia d' ognuno, il qual è posto nell' estrema parte di Venezia sopra il mare, la onda si risguarda la vaga isoletta di Murano ed altri luoghi bellissimi. La qual parte del mare, tosto che il sole fu andato sotto, fu ripiena di mille gondolette, ornate di bellissime donne, e risuonanti di diverse armonie e musiche di voci e d'istromenti che insino alla mezza notte accompagnarono la nostra lieta cena.
Sansovino ritratto dal Tintoretto |
Ritratto di Jacopo Nardi-Firenze |
Ma tornando al giardino, egli era tanto ben ordinato e tanto bello e conseguentemente tanto lodato, che la somiglianza la quale per esso mi si offerse alla mente degli amenissimi orti di S. Agata , mi fece rinfrescar di sorte la memoria ed il desiderio di quelli e di voi, amici carissimi, che io non saprei ben discernere se la maggior parte del tempo di quella sera io mi trovassi a Roma, o a Venezia.
In questo mezzo venne l'ora della cena, la quale non fu meno bella ed ordinata, che copiosa e fornita, oltre le delicatissime vivande e preziosissimi vini, di tutti quei piaceri e sollazzi che alla qualità del tempo e delle persone, e della festa si convenivano. Essendo già condotti alle frutta, ecco che sopraggiungono le vostre lettere ...e perchè lodando la lingua latina, biasimavasi la toscana, l' Aretino sopra tutto crucciossi, e se non era tenuto, credo che avrebbe messo mano ad una delle più crudeli invettive del mondo, chiedendo a furia carta e calamaro;benchè ei non mancasse di fare una buona parte a parole. Finalmente la cena fini con allegrezza.
In questo mezzo venne l'ora della cena, la quale non fu meno bella ed ordinata, che copiosa e fornita, oltre le delicatissime vivande e preziosissimi vini, di tutti quei piaceri e sollazzi che alla qualità del tempo e delle persone, e della festa si convenivano. Essendo già condotti alle frutta, ecco che sopraggiungono le vostre lettere ...e perchè lodando la lingua latina, biasimavasi la toscana, l' Aretino sopra tutto crucciossi, e se non era tenuto, credo che avrebbe messo mano ad una delle più crudeli invettive del mondo, chiedendo a furia carta e calamaro;benchè ei non mancasse di fare una buona parte a parole. Finalmente la cena fini con allegrezza.
- Delle case abitate da Tiziano in Venezia, di Giuseppe Cadorin, 1834
- Delle case di alcuni pittori a Venezia.Fabio Mutinelli 1838
- Esisteva ancora la casa di Tiziano nell'Ottocento?
- In un dilettevole giardino di messer Tiziano. Lettera del 1540
- La Casa di Tiziano a Venezia. Giuseppe Cadorin 1833
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Della lingua latina libri sei di Francesco Priscianese (Reader)
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Le storie della citta di Firenze di Jacopo Nardi
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