The Bellelli Family di Degas

Non per esercizio stilistico ma per meglio evidenziare  luci e ombre, pieni e vuoti ho tolto colore al quadro di Degas (1834 - 1917), quello che lo ha messo in luce
come tramite ed interprete della lezione di grandi maestri che lo hanno preceduto, maestri che ha studiato in modo approfondito sia per quanto riguarda il ritratto sia per quanto riguarda la composizione.

Nel caso di Las Meninas di Velazquez  la lezione di composizione riguarda l'allargamento dello spazio di un interno tramite uno specchio, un'immagine riflessa, una finestra.




Sottolineo come nell'opera di Degas, pittore d'interni, a differenza degli altri impressionisti, lo specchio ritorni più volte, come ne "L'Assenzio", dove è collocato alle spalle dei personaggi e ne riflette le ombre, soprattutto nel ritratto "La Signora Jeantaud allo specchio", in cui lo specchio è co-protagonista, in quanto si trova davanti allo spettatore, che si ritrova così a dialogare con un'immagine riflessa.La riflessione nella rappresentazione: un vero anticipatore della tematica foucaltiana.




Come lo specchio, anche la prospettiva decentrata che caratterizza questo quadro e non solo, deriva dalle stampe giapponesi, (vedi per es.Utamaro Woman Two , e magari   Utamaro - Le Tre Modelle e Koryusai : Due Cortigiane , Due Prigioniere,
ma viene usata in funzione espressiva, a sottolineare la solitudine e il reciproco isolamento dei personaggi raffigurati.
La mia impressione è che togliendo il colore si tolga loro  definitivamente la maschera del perbenismo borghese dietro cui si proteggono.

Anche la contemporanea Mary Cassat (1844 - 1926) deve molto alle stampe giapponesi, vedi, Japonisme : Koryûsai e Mary Cassat. D'altra parte era stato proprio Degas, conosciuto nel 1877, ad introdurla negli ambienti culturali ed artistici di Parigi, poco dopo il suo arrivo dagli Stati Uniti. Ebbero anche una storia.

Ci sarebbero molte altre osservazioni a proposito di apporti da Las Meninas.
C'è anche un cane, però se ne va, ci sono le meninas, ossia le due bambine, ci sono anche i reali, i due genitori, che però sono dentro il quadro,  a pare mio la madre nel ruolo di Velazquez, il padre in quello di Santiago Velasquez, e,
soprattutto c'è lo sguardo, lo sguardo diretto di una bambina innocente che guarda proprio noi stavolta.

Ma se, come Margarita, anche lei non guardasse noi? Se guardasse invece il nonno
morto di recente, per il quale la madre porta il lutto, ritratto nel quadro della parete di fondo ? Potrebbe essere possibile un' interpretazione di questo genere, non giocata sul rapporto della rappresentazione tra il fuori e il dentro, gli attori sulla scena e gli spettatori all'esterno, ma su un rapporto atemporale degli eventi?

Si chiama sincronicità, si fonda sull'idea che il tempo è un concetto relativo ( dalla "relatività" di Einstein appunto), che tutto esiste contempraneamente su un piano diverso della realtà. Forse sono andata io in asicrono, ma guardiamo le date, Einstein ha messo a punto la sua teoria tra il 1905 e il 1915, mentre Jung pubblica nel 1912 La libido: simboli e trasformazioni, in cui parla per la prima volta di archetipi e di inconscio collettivo. Non siamo alla corte spagnola del '600, siamo agli albori del '900, in un interno borghese, il luogo di tutte le nevrosi.




Da "Opere Commentate", Museo d'Orsay riporto questo brano:

"Tra i 22 e i 26 anni, Edgar Degas completa la sua formazione in Italia, paese dove risiede una parte della sua famiglia. In questa tela, l'artista raffigura Laure, la zia paterna, in compagnia del marito, il barone Bellelli (1812-1864), e delle sue due figlie, Giulia e Giovanna. Il barone è un patriota italiano, cacciato da Napoli e che vive in esilio a Firenze. La baronessa è in lutto per la morte del padre Hilaire, scomparso poco tempo prima e, il cui ritratto a sanguigna, è incorniciato proprio alle spalle di una delle due figlie. Nel 1860, Giovanna e Giulia Bellelli hanno rispettivamente 7 e 10 anni.

La madre ha un aspetto estremamente dignitoso e rivela un temperamento autoritario e un po' severo che è in contrasto con la relativa impassibilità del padre. Questo ritratto di famiglia ricorda quelli dei maestri fiamminghi della pittura e, in particolare, le tele di van Dyck. L'opera in questione, capolavoro degli anni giovanili di Degas, evoca le tensioni familiari che spinsero ognuno dei personaggi, ad isolarsi nella propria solitudine.
Il formato imponente, i colori sobri, i giochi strutturati di prospettive aperte (porte e specchi), sono tutti elementi che contribuiscono a rafforzare questa clima di inquietudine. Tanto più che tutti quei possibili elementi che sembrano suggerire una via di scampo appaiono, come il curioso e buffo cagnolino in basso a destra, tagliato fuori cornice. Soltanto la posizione quasi rilassata della minore delle due bambine, che tiene una gamba incrociata sotto la gonna, contrasta con la pesantezza dell'atmosfera mentre la sorella maggiore sembra già prigioniera delle convenzioni degli adulti. ".

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